Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 05 dicembre 2020.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Coronavirus: misure insufficienti causano quasi 1000 morti in un giorno: giovedì sono stati registrati 993 decessi e 23.225 nuovi contagi in un giorno. Non solo non si era mai verificata una tale ecatombe in 24 ore dall’inizio della pandemia, ma anche il valore assoluto dei nuovi contagi rimane pericolosamente alto. Per rendersi conto si può fare un confronto con quanto si rilevava in marzo e aprile durante il lock down nazionale: il 25 marzo, ad esempio, i nuovi contagi erano 5210, ossia meno di un quarto, e il 25 aprile 3257, cioè meno di un settimo del numero attuale. Le “ondate” epidemiche non vengono dal cielo portate dal vento, ma sono causate dallo spostamento e dall’incontro di persone che veicolano il virus – che sopravvive poco tempo fuori dell’organismo umano – e sono favorite dalle condizioni climatico-biologiche. Se si fossero adottate le misure da noi indicate fin dalla scorsa estate, non si sarebbe a questo punto. E deploriamo il penoso tentativo di rappresentare il rischio di morte come esclusivo della terza età, che qualcuno ha cinicamente indicato come irrilevante per l’economia.

Si muore anche da giovani per SARS-CoV-2, e i morti non sono numeri, ma persone. Il 19 novembre a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, è morta Martina Bonaretti una splendida ragazza di 21 anni in perfetta buona salute prima del contagio. Andrea Costa, sindaco della cittadina, l’ha ricordata con grande commozione come una “ragazza straordinaria” che lui conosceva fin dalla nascita. Lo stesso giorno a Massafra, in Puglia, si è avuta notizia della morte di Maristella, una ragazza di 20 anni affetta da tetraplegia. La settimana precedente era morta ad Ivrea, in Piemonte, Chiara Crignolo, una giovane mamma di soli 21 anni che ha lasciato un bimbo di 13 mesi, e a Trani una donna di 31 anni, precedentemente in buona salute anche se in sovrappeso.

A memoria, ricordiamo Anrea Tesei, amato capo scout di 26 anni, di Santa Marina, Frazione di Predappio, Emanuele Renzi di 34 anni (senza alcuna altra patologia, come ha dimostrato l’autopsia) giovane padre romano contagiato a Barcellona, Alexander Roa, guardia giurata di 33 anni di Novara, morto quasi contemporaneamente a un Montenegrino di 36 anni ricoverato allo Spallanzani. Yae Mai Diouf, Bergamasca di origini senegalesi, era incinta e aveva 32 anni. In gravidanza era anche Veronica Stile di 33 anni, giovane avvocato di Nocera Inferiore. Christin Kamden aveva solo 30 anni, studiava in Toscana e ha cessato di vivere all’Ospedale Cisanello di Pisa. Aveva 35 anni la prima vittima da COVID-19 non anziana della città di Livorno.

Oronzo Castelluzzo da Lecce di 39 anni, ricordato dalle autorità cittadine come un bravo ragazzo amante del lavoro, è morto nel mese di novembre. Lo scorso primo di dicembre è stata comunicata la morte per SARS-CoV-2 di Alessandro De Luca di 40 anni, ma con l’aspetto di un trentenne, di Bacoli, in provincia di Napoli, e di Carmine Fonderico, di qualche anno più grande e anche lui della provincia di Napoli. Si potrebbe continuare con i nomi di tante altre persone, che non sono numeri da ridurre a una “bassa percentuale del totale”.

Secondo la morale dei popoli civili e la deontologia medica anche una sola morte evitabile non è ammissibile: i medici fanno ciò che possono; la responsabilità è tutta di chi prende le decisioni. [BM&L-news, dicembre 2020].

 

Per il vaccino contro SARS-CoV-2 sarà necessaria una campagna di informazione. Gli stati nazionali dovranno mettere in atto campagne di informazione efficaci, centrate su un messaggio semplice, completo, diretto e persuasivo, attraverso spazi televisivi e di altri media, affinché si ottengano i risultati sperati. A. David Paltiel e colleghi dell’Università di Yale, in collaborazione con la Harvard Medical School di Boston, hanno impiegato una simulazione matematica di una vaccinazione di massa in cui sono stati inclusi tutti i dati sanitari e sociologici reali elaborati in precedenza presso l’istituto di Public Health Modeling del Department of Health Policy and Managment di Yale in New Haven (Connecticut, USA).

La simulazione ha mostrato che per il successo di un programma di vaccinazione l’importanza di fattori pratici, quali l’adesione convinta al programma da parte di tutti i cittadini, è maggiore dell’efficacia del vaccino stesso negli studi clinici, perché la percentuale di copertura immunologica del vaccino anti-SARS-CoV-2 è altissima e fuori discussione, mentre il dubbio, il rifiuto, il pregiudizio sottoculturale contro i vaccini diffuso come se fosse un’opinione politica attraverso i media da associazioni di fatto nemiche della salute pubblica, possono ridurre drasticamente il numero delle persone che si sottopone alla vaccinazione, compromettendo l’esito del programma.

Sarà opportuno che la campagna di informazione prosegua durante la somministrazione del vaccino alla popolazione. [Cfr. Paltiel A. C., et al. Da controllare - AOP doi: 10.1377/hlthaff.2020.02054, 2000].

 

Bellezza: ringraziamenti e qualche risposta alle domande di visitatori del sito. Monica Lanfredini desidera ringraziare tutti coloro che hanno apprezzato gli articoli sul tema della bellezza e, qui di seguito, risponde alle domande pervenute.

Si chiede perché non ho fatto una panoramica esaustiva delle concezioni della bellezza nel pensiero contemporaneo, o si richiede di provvedervi in un prossimo articolo. La risposta è semplice: i modi di intendere, concepire e definire la bellezza sono numerosissimi e, nella massima parte dei casi, filosofi, studiosi di varie discipline e artisti hanno espresso le proprie idee al riguardo come parte di un sistema di pensiero; dunque, per non escludere senza valido motivo alcuno degli autori più influenti e, allo stesso tempo, proporre al lettore un testo piano e comprensibile, si sarebbero dovuti spiegare i metodi speculativi impiegati e il senso delle principali strutture di pensiero adottate, e magari porle in rapporto alla temperie culturale che le ha generate. In altri termini: scrivere un ponderoso saggio di carattere epistemologico. Ma non era questo che volevo fare; non mi interessava passare in rassegna gli scritti di filosofia estetica, ideologia del bello e critica d’arte, ma semplicemente esprimere le mie idee con riferimenti ad artisti ed autori del passato e del presente, che ciascuno già conosce o può facilmente conoscere.

Non mi sottrarrò, tuttavia, all’esercizio di fare alcuni esempi di concezioni cui non ho fatto cenno nelle pubblicazioni recenti, perché questo mi dà anche modo di rispondere ad altre domande ricevute.

I semiologi Armstrong Richards e Cecyl Kay Ogden propongono una lista di 16 definizioni di bellezza, cominciando con bello è ciò che possiede la semplice qualità della bellezza e finendo con bello è ciò che determina la sinestesi, passando per la sesta definizione che è in realtà la sintesi di una teoria che elenca le cinque categorie di senso che sarebbero “rivelate” dalla bellezza. I due autori concludono che sta a ciascuno di noi compiere la scelta fra le definizioni e decidere se partire dalla natura, dal genio, dalla perfezione, dall’ideale o dalla verità, purché si tenga distinto il linguaggio della conoscenza, che è simbolico, da quello della bellezza, che è emotivo. Personalmente ho molta difficoltà a ridurre la rappresentazione della bellezza a “linguaggio emotivo” e apprezzo, ma non condivido, lo sforzo di mettere sullo stesso piano tutte le tesi, le speculazioni e gli elaborati sul tema della bellezza.

Il nostro presidente ama dire, scherzosamente, che “se si lascia giocare i filosofi contemporanei con i valori semantici delle parole astratte di ‘classe aperta’, come è appunto ‘bellezza’, nella scatola degli scritti contrassegnati dall’etichetta di quel termine rischi di trovarvi sempre “tutto e il contrario di tutto”; perché l’esasperato gioco di contraddizione delle barriere logiche di senso e la tendenza novecentesca a considerare il valore delle eccezioni pari a quello delle regole, ha corroso i limiti del significato, autorizzando arbitri e abusi logico-linguistici mascherati da virtuosismi dialettici o giustificati da semplici e avvilenti sillogismi sbagliati” (G. Perrella, Arte del Vivere, Firenze 2005).

Già oltre un secolo fa, Benedetto Croce, che definiva la bellezza come “compiutezza di espressione”, nel suo Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale (1902), dopo aver fatto l’analisi semantica dell’uso della parola “bello” nei principali autori dell’epoca, dichiara: “A correre dietro a questi usi svariatissimi si entra in un labirinto verbalistico, impervio, inestricabile, nel quale non pochi filosofi ed estetici si sono cacciati e smarriti” (XI ediz., Laterza, Bari 1965).

Alfred North Whitehead, cercando la definizione scientifica di un concetto nato sulla base di un’esperienza percettiva, afferma: “La bellezza è il mutuo adattamento di vari fattori in un’occasione d’esperienza”. Ma poi rivela di credere che in realtà la bellezza sia il fine teleologico, il supremo compimento del divenire universale nel suo complesso (Cfr. Alfred North Whitehead, Avventure di Idee, Bompiani, Milano 1961).

Quando Max Bense, dopo lunghe speculazioni condotte con l’intento di trovarvi in fondo strumenti o giustificazioni al progetto di traghettare l’estetica sulla sponda delle discipline razionali, afferma che la “bellezza supera il reale”, mostra di aver intuito l’imprescindibilità della componente psichica interpretativa, oggi analizzata dalla neuroestetica di Semir Zeki.

Infine, una breve considerazione su uno scritto che mi è stato inoltrato con la premessa che quel testo potrebbe aiutare a comprendere le cause della mancanza di sensibilità estetica contemporanea.

Si tratta di un J’accuse di un insegnante in forma di lettera aperta contro le conduttrici e i conduttori di programmi televisivi che trasmettono modelli di pensiero, azione e comportamento, così come stili di vita, ispirati ad una gretta e meschina sottocultura priva di autentici valori morali e culturali. Si legge: “Vi accuso di essere tra i principali responsabili del decadimento culturale del nostro Paese, del suo imbarbarimento sociale, della sua corruzione e corrosione morale…”, e più avanti: “Avete sdoganato la maleducazione, l’ignoranza, la povertà morale e culturale come modelli di relazione e riconoscimento sociale, perché i vostri programmi abbondano con il vostro consenso di cafoni, ignoranti e maleducati. Avete regalato fama e trasformato in modelli da imitare personaggi che non hanno valori, non hanno cultura, non hanno alcuno spessore morale”; e ancora: “Parlo da insegnante che vede i propri alunni emulare esasperatamente gli atteggiamenti di boria, di falsità, di apparenza, di provocazione, di ostentazione, di maleducazione che diffondono i personaggi della vostra televisione; che vede replicare nelle aule scolastiche le stesse tristi e squallide dinamiche da reality, nella convinzione che sia questo e solo questo il modo di relazionarsi con i propri coetanei e di guadagnarsi la loro accettazione e la loro stima […]. Ho visto […] centinaia di alunni comportarsi come replicanti degli imbarazzanti personaggi che popolano le vostre trasmissioni, per cercare di essere come loro. E provo orrore per il compiacimento che trasudano le vostre conduzioni al cospetto di certi personaggi…”.

A Marco Galice, che ha firmato questo J’accuse, viene spontaneo tributare solidarietà e dirgli che ne comprendo le ragioni, perché il potere di influenza del mezzo televisivo con la molteplicità dei personaggi, la forza di una realtà rappresentata e amplificata con annosa insistenza quotidiana, e la seducente prospettiva di acquisire, da furbi ignoranti, identità sociale e potere sugli altri, pone in posizione di debole minoranza l’insegnante, il cui ruolo di latore di conoscenza e senso si basa su presupposti di civiltà assenti in tali modelli sociali.

Certo, nell’ipotetica legge contro i distruttori di bellezza di cui discutevo in una provocazione semiseria oltre un mese fa (Cfr. Note e Notizie 31-10-20 Una legge contro i distruttori di bellezza), si potrebbe includere la categoria delle trasmissioni trash e dell’attività dei conduttori che trasmettono disvalori ma, credo, che non sia sufficiente qualche cenno di condivisione sociale di questi punti di vista, è necessario un radicale e intenso lavoro di riedificazione delle coscienze, tale da ottenere che i valori cancellati nelle espressioni deteriori dell’esperienza quotidiana possano essere interpretati e vissuti nella realtà delle famiglie e diventare nuovamente centro di attrazione di interessi.

Alcuni anni fa, quando fu annunciato l’imminente approdo a Firenze di un’emittente della rete televisiva MTV, già molto criticata negli USA perché programmava reality con giovani protagonisti portatori di disvalori connessi con un rozzo e volgare edonismo, vi fu una vigorosa protesta giovanile con flash mob, incontri, striscioni, manifestazioni di piazza e comizi improvvisati in cui si ribadiva la ferma opposizione dei giovani fiorentini all’arrivo di quei “cafoni” nella città della bellezza. Il dato importante, a mio avviso, fu la ribellione di ragazzi della stessa età dei protagonisti dei reality, che mostravano sensibilità educata e indignazione per quello stile che riduceva le persone a oggetti da mostrare o scartare, a strumenti di piacere da usare fino a quando siano in grado di allettare, stimolare ed eccitare.

Se i genitori e gli altri familiari adulti non riescono a trasmettere con la propria vita uno stile antropologico civile e a mostrare i frutti di una sensibilità educata, suscitando nei giovani l’adesione convinta a principi profondi, è veramente difficile per educatori e insegnanti proporre il modello dell’impegno e della rinuncia per diventare persone migliori, edificando la coscienza, quando si è in competizione con innumerevoli Lucignolo che, al posto del paese dei balocchi, offrono un miraggio di piacere, sballo e successo, che nasconde la squallida realtà di droghe, sesso a pagamento e abbattimento di coscienza e volontà. [Monica Lanfredini, dicembre 2020].

 

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BM&L-05 dicembre 2020

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